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NOVEMBRE 2007
EVENTO : LANGHE=KLONDIKE
A CURA DI FRANCESCO POLI. CATALOGO
OPERA : LANGHE=KLONDIKE
DIMENSIONI TARTUFO 11 X 7 H 8 CM TECA 22 X 34 H 34 CM
BRONZO PLACATO ORO 18K, LEGNO, CAMPANA IN VETRO SOFFIATO
Sotto una campana di vetro, come quelle che servono per proteggere e far ammirare in sicurezza oggetti particolarmente preziosi, appare solitaria in tutto il suo luccicante splendore una specie di grossa pepita d’oro. Ma se si osserva con attenzione da vicino questo oggetto stranamente bitorzoluto ci si accorge che la forma ha piuttosto caratteristiche vegetali, e precisamente quelle di un tartufo.
Questa identificazione fra oro e tartufo, messa in scena da Maggia vuole essere immediatamente comprensibile come dimostrazione ironica di ciò che normalmente si dice, e cioè che i tartufi sono venduti “a peso d’oro”, o quasi. Ma l’operazione artistica, oltre a un aspetto indubbiamente ludico dichiarato fin dal titolo della mostra, “Langhe = Klondike” , ha un senso simbolico più complesso e serio. Se da un lato il visitatore può divertirsi a immaginare le tranquille colline delle Langhe come l’avventuroso territorio canadese dello Yukon invaso dai cercatori d’oro intorno al 1900, dall’altro lato la comparazione ovviamente paradossale serve a far riflettere sui valori nascosti che la natura fa crescere sotto terra, la cui qualità autentica va preservata e difesa da ogni forma di sfruttamento sconsiderato.
La sensibilità ecologica è una caratteristica specifica del lavoro dell’artista che è anche un vero specialista in botanica, e che da anni ha incentrato i suoi interessi sugli aspetti più suggestivi e sorprendenti della vita delle piante dal punto di vista dei processi di crescita e da quello della bellezza delle forme.Il tartufo, un fungo ipogeo che nasce in autunno nel terreno in rapporto simbiotico con radici di certi alberi come la quercia, assomiglia più o meno a una patata e dunque non è “bello” nel senso corrente del termine, ma ha un fascino particolare e in un certo senso misterioso che deriva dal fatto di essere uno straordinario concentrato di “energia odorosa”. Una sorta di quintessenza del profumo profondo della terra matrice di vita vegetale.Il questo senso il tartufo (e in particolare quello della migliore qualità, e cioè il tartufo bianco di Alba) viene presentato intenzionalmente e provocatoriamente da Maggia come un simbolo, quasi un feticcio divinizzato, che deve suscitare una particolare “adorazione” reverenziale. Per arrivare a questo risultato il prezioso ma effimero prodotto organico della terra viene trasformato in un’opera d’arte, in una vere e propria scultura attraverso la procedura del calco e della fusione in bronzo, impreziosita da una copertura in oro 18 carati.La scultura, tirata in venti esemplari, è messa in vendita a un prezzo analogo a quello di un vero tartufo di quelle dimensioni.Ma il lavoro artistico nasconde a sua volta un segreto che, in modo spiazzante, apre la strada a un’interpretazione più raffinata.
Il “segreto” è che in realtà non si tratta del calco di un tartufo ma di una semplice patata, il cui valore pecuniario è infimo. Ma questo umile tubero ipogeo ha avuto e ha un valore immenso nella storia umana, come nutrimento di base. Dunque, da un altro punto di vista, è infinitamente più prezioso del tartufo. E qui sta l’aspetto davvero significativo di questa bizzarra opera d’arte.
FRANCESCO POLI
....fin dalla notte dei tempi la “natura” ha gratificato l’uomo con i sui prodotti, dispensando senza riserve quanto generato da milioni di anni di evoluzione. la specie umana, attratta da quanto piu’ raro e prezioso, ha trasformato queste rarita’ in divinita’, che sono cambiate di nome nel corso della storia, ma non hanno alterato il loro potere di condizionare gli uomini. metalli, sale, conchiglie, bulbi, spezie, droghe, petrolio, acqua e altri elementi hanno interpretato il ruolo di circe, illudendo gli ulisse di turno di possedere una risorsa. questa scultura, realizzata in oro massiccio evoca la cupidigia, le pepite dei film western, la famosa numero uno di zio paperone, la ricerca insita nel genere umano del raro e dello speciale. come un bel tartufo o un barolo d’annata...
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